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Le conseguenze del Covid19: le reazioni del settore turistico.

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L’epidemia di COVID-19 ha influenzato pesantemente la vita di tutti noi, cambiando improvvisamente i nostri piani, il nostro stile di vita e il nostro modo di guardare le cose. Abbiamo imparato a rivalutare ed apprezzare le cose più semplici: una passeggiata nel parco, l’incontro con gli amici, un aperitivo o un caffè in un locale fino ad un semplicissimo abbraccio. Naturalmente si sono ridotte drasticamente le opportunità di poter viaggiare, attraversare i confini di paesi stranieri ed esplorare il mondo.

Ci siamo allora rifugiati nel mondo virtuale, il ben noto “Online”.

Alla fine, però, abbiamo dovuto rassegnarci all’idea che un tour Virtuale presso il miglior museo del mondo non potrà mai sostituire le emozioni di una visita dal vivo tra le sue teche e le sue gallerie. Allo stesso modo ci siamo accorti che comunicare con gli amici in videocall non rimpiazzerò mai una bella chiacchierata davanti a una tazza di caffè fumante o ad una pizza. 

Le videoconferenze non sostituiranno mai i contatti in tempo reale, le riunioni o le strette di mano dei meeting internazionali. Sentiamo sempre di più il bisogno di “vivere realmente”, di toccare, annusare e assaporare nuove sensazioni, nuovi profumi e nuovi gusti. Vogliamo tornare a fare le valigie, volare e trovare una stanza pronta ad accoglierci in qualche parte del mondo.

La pandemia di Coronavirus e la conseguente chiusura dei confini hanno fortemente colpito il turismo e il settore alberghiero. Ma, come spesso è successo in altre situazioni di emergenza, il settore si è compattato, cercando di resistere al momento negativo e collaborando col solo scopo di aiutare le persone a tornare a viaggiare. Alcuni dei principali players dell’industria del turismo, infatti, hanno adottato specifiche iniziative di sostegno al settore. WuBook stessa, ad esempio, ha offerto uno sconto del 15% su tutti i servizi alla totalità della Sua clientela per i mesi centrali del lockdown: un gesto piccolo ma importante per sostenere i nostro professionisti del settore, nel momento più buio.

Vediamo come hanno agito invece, alcuni “giganti” del nostro settore.

Partiamo da Airbnb. Il colosso di San Francisco si è premurata di offrire ai propri “hosts” una guida completa con consigli e strategie per minimizzare l’impatto negativo del Covid sui loro business. Su Airbnb.com/COVID si possono trovare infatti importanti contenuti, informazioni e FAQ creati per indirizzare l’host nella fase di riapertura. Oltre all’intelligence offerta ai propri utenti, Airbnb ha pensato bene anche di agire in prima persona a supporto del personale medico che sta combattendo tutt’ora il Coronavirus: sono stati selezionati oltre 100000 posti letti offerti gratuitamente (o a prezzi irrisori) a dottori, infermieri e personale medico.

In questo scenario di incertezza vien da sé che un problema rilevante potrebbe essere quello delle cancellazioni. Per ovviare a questa situazione spiacevole, sono state elaborate e mostrate delle liste contenenti strutture che hanno deciso di aumentare la flessibilità delle proprie politiche di cancellazione. La prospettiva di una maggiore visibilità ha fatto aumentare gli annunci con flessibilità di cancellazione media di oltre il 15% in più rispetto allo stesso periodo pre-COVID-19.

Il CEO di Airbnb Brian Chesky ha recentemente annunciato nuovi programmi specifici di supporto le strutture ricettive, inclusi 250 milioni di dollari che verranno investiti per coprire i costi relativi agli effetti negativi di COVID-19. Come hanno recentemente affermato i fondatori dell’azienda californiana, è chiaro a tutti che il Coronavirus ha avuto un profondo impatto sulla nostra comunità e sul nostro settore, ma questo momento passerà e finalmente torneremo a viaggiare.

Booking.com, OTA leader del settore, ha raccolto costantemente informazioni durante tutto il periodo di chiusura e ha identificato le tre fasi distintive di questo particolare periodo. La prima fase, quella che abbiamo appena attraversato e che in alcuni paesi è ancora in corso, è la cosiddetta “Stagnazione”. La seconda fase ipotizzata è quella di una graduale riapertura con conseguente crescita dei flussi turistici specialmente verso le località nazionali con curve del contagio ridotte. La terza ed ultima fase dovrebbe prevedere infine la riapertura totale del traffico aereo e dei confini internazionali.

Per ognuna di queste fasi Booking.com traccia le linee guida e regala ai propri utenti alcuni consigli e considerazioni preziose.

  • Prima di tutto il focus principale deve essere posto sulla sicurezza e sul massimo rispetto delle norme atte a ridurre il rischio di contagio.
  • Per aumentare la flessibilità delle prenotazioni, è consigliato impostare regole di cancellazione che prevedano la possibilità di cancellare anche 24 ore prima dell’arrivo.
  • Per le prenotazioni nazionali, è possibile offrire la possibilità di prenotare senza carta di credito. Questo aumenta notevolmente la fiducia del cliente nei confronti dell’albergatore.
  • È fondamentale offrire sistemazioni adatte alle famiglie con bambini o a nuclei che richiedono più camere. Queste tipologie di clienti di solito occupano le camere il 28% in più rispetto a coppie o viaggiatori singoli.
  • È importante gestire e contattare il database dei clienti regolari.

Uno dei portali leader del Vacation Rentals, Vrbo.com, richiede ai propri Hosts di offrire la possibilità di scelta al cliente in caso di cancellazione causa COVID-19: l’ospite in caso di cancellazione potrà ricevere il rimborso completo oppure un voucher di pari valore spendibile nello stesso anno presso la stessa struttura

Le iniziative sono molteplici e tangibili e dimostrano come un settore colpito stia provando a rialzarsi. I primi dati sembrano dare ragione a queste politiche ma potrebbe essere ancora presto per dirlo. Da viaggiatori e specialisti del settore, ci auspichiamo che si possa tornare presto alla normalità con rinnovato entusiasmo ma senza scordare il bagaglio emozionale acquisito durante questo particolare periodo della nostra vita.